Lo scorso anno la chiesa in Tanzania ha celebrato 150 anni dell’arrivo dei primi missionari cattolici e dell’annuncio del Vangelo.
Io vivo nella parrocchia di Ikonda, che si trova nella diocesi di Njombe, che corrisponde grosso modo alla regione che porta lo stesso nome.
Dopo tutti questi anni, il compito della missione sta assumendo il volto di uno scambio tra chiese sorelle che, sotto la guida dello Spirito Santo, mettono in comune i doni ricevuti per annunciare e testimoniare Gesù Cristo. Negli anni infatti la chiesa locale ha sviluppato una sua identità ben definita.
Credo che la comunione e la collaborazione tra comunità cristiane di antica tradizione e quelle giovani offrirà al mondo una immagine più ricca del volto di Cristo.
In Africa, dove in genere l’autorità è molto sentita ed esercitata che da noi, si riscontra uno stile di vita ecclesiale più condiviso. È un tratto di questo popolo. Durante le celebrazioni, molto vive, festose, partecipate, prende la parola non solo il sacerdote, ma il catechista, il presidente e l’economo della comunità e questo offre una immagine più corale di chiesa. Le chiesette sono povere, ma i cristiani sono sereni e fieri della loro fede.
In Africa si prega con la mente, la parola, il canto e con il corpo.
In campo musicale l’influenza dei ritmi e delle cadenze della cultura africana è molto forte e fanno già parte del modo di pregare delle comunità mentre c’è ancora molto da fare per una africanizzazione dell’architettura sacra, dell’arredo e delle arti figurative.
Sarà invece ancora molto lungo il percorso da fare con gli altri missionari cristiani, il dialogo ecumenico è una criticità ancora molto grande incontra diverse difficoltà qui in Tanzania. Una forte spaccatura che risale fin dai primi missionari cristiani in Africa, i quali, date le circostanze storiche e le condizioni spesso proibitive, hanno di fatto portato in Africa un cristianesimo diviso. Noi siamo molto contenti di avere ottimi rapporti con il pastore luterano, molto spesso viene in ospedale per seguire spiritualmente i suoi fedeli.
Giungere all’unità dei credenti voluta dal Signore richiederà molto tempo e soprattutto l’opera dello Spirito.
fr. Riccardo Rota Graziosi