Quando a 21 anni sono entrato in convento (ora ne ho quasi 60) non avrei mai pensato di spendere la mia vita da frate in mezzo ai libri, invece è da oltre 7 anni che sono il direttore della biblioteca del convento S. Angelo di Milano e della piccola casa editrice nata per sostenerne l’attività, pubblicando circa 15 libri all’anno.
È qui, in mezzo a tutti questi libri, che cerco di vivere il mio essere frate minore, ricordandomi che san Francesco ci ha insegnato che essere minori implica sempre un mettersi in relazione con qualcuno e io cerco di mettere sempre, in tutto quello che faccio, un po’ di testa e un po’ di cuore per andare incontro all’altro, sia esso uno studente o uno scrittore o un dipendente, costruendo relazioni positive.
Nel rapporto con gli altri cerco di mettere in pratica un altro importante insegnamento di san Francesco: testimoniare con le opere e con la propria vita, piuttosto che con le parole. Anche un frate, al quale ero molto legato, me lo ripeteva spesso: “La vostra vita grida più delle vostre parole”. E così, mi impegno a portare il messaggio francescano in biblioteca mantenendo un atteggiamento aperto, di ascolto, di attenzione e di dialogo con tutti. Mi impegno a essere fratello.
Quando il Ministro Provinciale, cioè il frate responsabile di tutti i frati della Provincia, mi ha proposto questo nuovo incarico è stato per me una grande sorpresa, ma anche un grande dono perché mi sono davvero reso conto che mi era stata data l’occasione di aprirmi a una nuova vita, che ho accolto con disponibilità, anche se il cambiamento poteva farmi un po’ paura, e stupore! Credo sia importante continuare a stupirsi, anche per le cose piccole e semplici. Come quella volta in cui ho accolto in biblioteca una classe di quinta ginnasio: mai avrei pensato che una mattinata tra i libri antichi potesse essere tanto divertente per degli adolescenti! Ho visto nei loro occhi interesse e curiosità. È una cosa semplice, ma mi ha stupito. Del resto la vita è fatta di cose piccole e semplici; le grandi capitano, forse, solo qualche volta!
Stupore è anche ciò che vedo negli occhi delle persone alle quali racconto la vita e gli scritti di san Francesco. Lui per me è come un fratello maggiore che ci insegna a vivere secondo il Vangelo e che ci insegna che tutte le situazioni della vita, anche le più difficili, possono essere esperienze umane davvero significative. Per me è questa la “buona novella” che ci ha lasciato Gesù ed è ciò che desidero trasmettere a chi incontro, sapendo che in tutte le situazioni della vita Gesù è un compagno di strada sempre presente, mai banale e stimolante, che regala sempre una luce sorprendente, anche quando non la vediamo.
fr. Paolo Canali