Una sfida della vita che apre alla conoscenza di sé e del Signore
Vivere è essere in relazione. Questo vale anche per i nostri giovani, che compiono i primi passi di un percorso formativo chiamato a durare tutta una vita. Nei primi anni di formazione, infatti, si deve accendere “un motore” che non dovrà spegnersi mai; neppure in paradiso!
La professione solenne di un giovane frate
La formazione poi, è per il cuore prima ancora che per la testa. Interpella e riplasma tutta una vita. Sono perciò diverse le sfide che si aprono e che non si chiuderanno mai. Ne possiamo indicare almeno quattro:
La prima sfida è con sé stessi: Chi sono io? Anche se sembra sorprendente è normale non conoscersi e avere di sé un’immagine non reale, perché frutto di condizionamenti che portano a pensare di essere quello che, di fatto, non si è.
La seconda sfida è con il Signore: Quale volto ha per me? Giungere ad avere un’immagine evangelica e non genericamente religiosa del volto di Dio non è cosa immediata. Non a caso san Francesco, nella preghiera, chiedeva incessantemente: Chi sei tu Signore? E chi sono io?…
La terza sfida è con la cultura e la mentalità dei nostri giorni: Quali gli aspetti in linea con il Vangelo e quali quelli contrari? In rapporto alla mentalità diffusa si rende necessario, perciò, l’esercizio di un continuo discernimento, per essere accoglienti ma non ingenui, aperti ma non confusi.
La quarta è con la nostra forma di vita caratterizzata dalle due essenziali dimensioni della fraternità e della minorità: Sono fatto per condividere la vita con chi non ho scelto? Voglio davvero essere piccolo secondo il Vangelo?
Se queste sfide non si aprono o se dopo essersi aperte si chiudono, si chiude anche un’esperienza vocazionale. Perché dimenticare queste sfide significa perdere la sfida della vita.
Non solo per i giovani frati in formazione, ma per chiunque, anche per te!
fr. Enzo
Auguriamo un buon cammino ai frati novizi e li ricordiamo nelle nostre preghiere
BORSA DI STUDIO PER UN GIOVANE FRATE IN FORMAZIONE
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