Padre Daniele era dotato di particolari doni del Signore, ed era circondato sempre da una crescente folla di persone che lo cercavano. I fedeli da tutta Europa si recavano da lui per avere una benedizione, una parola di incoraggiamento, un semplice sguardo o solamente per potergli essere vicino qualche minuto; sopportavano file interminabili e molto spesso per una confessione di 5 minuti potevano aspettare anche 12 ore. Nonostante la sua malattia, Padre Daniele, non si lamentava mai e accoglieva le persone con amore e gioia.
La malattia lo ha portato, nel tempo, a perdere l’autonomia, ad avere bisogno d’assistenza e di particolari attenzioni, per questo viene trasferito nell’infermeria di Saccolongo, dove ha continuato il suo apostolato di confessore, cioè ha portato avanti la sua opera di dedicare tutto se stesso ad ascoltare i peccati e le sofferenze altrui, testimoniando e diffondendo la parola di Gesù.
Padre Daniele Hechich è nato il 22 giugno 1926 a San Pietro in Selve, in Croazia, con il nome di Stanislao Liberato, da una umile famiglia di contadini. Da giovane entra nel seminario di Capodistria e lo frequenta per tre anni.
Alla morte del padre, seguendo l’esempio del fratello maggiore Barnaba, allora novizio, chiede di essere accettato dai Frati Minori e, nel 1942, entra nel seminario di Chiampo. Nel 1945, all’età di 19 anni, nel convento veneziano di S. Francesco del Deserto, veste il saio francescano e prende il nome di Daniele; nello stesso luogo Il 29 giugno del 1952 viene ordinato sacerdote. Non potendo tornare a casa in Istria, a causa del regime comunista Jugoslavo, celebra la sua prima Messa a Chiampo.
Nei suoi primi anni da sacerdote è stato a Verona, a Trieste e infine a Treviso. Proprio mentre era a Treviso, in una gita con i giovani dell’Azione Cattolica, si manifestano i primi problemi di salute che lo porteranno a vivere anni di incertezza, in cui i medici non riescono a dare un nome alla sua malattia, fino a quando nel 1961 è arrivata la risposta: l’arteriosclerosi a placche.
A causa delle sue grandi difficoltà fisiche viene quindi trasferito nel convento di Cittadella dove inizia il suo servizio di confessore e consigliere di anime.
Padre Daniele era riconosciuto da tutti come un uomo d’ascolto, ha offerto la sua vita, le sue grandi sofferenze e le sue innumerevoli preghiere per il bene di ogni persona e per il bene della Chiesa. Ha sopportato con grande pazienza la malattia che lo ha afflitto per 50 anni; anche nei suoi ultimi anni di vita, quando la sua salute era peggiorata, ha continuato a dedicarsi agli altri e ad ascoltare chi veniva a bussare alla sua porta.
È morto a Saccolongo il 26 settembre 2009, dopo 63 anni di vita religiosa.
Il 29 novembre 2020 è iniziato il percorso che porterà a dichiarare la sua santità,
Preghiera composta da fr. Daniele Hechich mentre si trovava nell’infermeria di Saccolongo
Signore, non Ti chiedo di non soffrire, ma di essere aiutato a soffrire.
Non Ti chiedo di non aver paura, ma di rendermi amica la sofferenza.
Non Ti chiedo di esentarmi dalla prova, ma di darmi coraggio nell’affrontare questa vita e la morte.
Non imploro pietà, ma Ti chiedo di darmi pazienza e speranza di luce.
Non imploro saggezza ma Ti chiedo di darmi la fede in Te.
Non Ti chiedo la forza per il domani, ma desidero con tutto il cuore la Tua alleanza nel tempo per affrontare con Te l’oggi e il domani.
Non Ti voglio lontano, ma Ti chiedo, sii in me e per sempre! Amen.
(Preghiera nella Sofferenza)