Donare nuova vita

 

Dalla Francia all’Italia, passando per il Marocco, abbiamo incontrato fra Romain, che ha trovato la sua strada e la sua vocazione attraversando molti confini. Fisici e spirituali.

“Sono nato in Francia, in Savoia, 34 anni fa. Ed è lì che ho iniziato a lavorare come falegname. A un certo punto, però, ho sentito il desiderio di “cambiare orizzonte” e così sono partito per il Marocco. Avrei dovuto rimanerci solo per qualche mese e invece quella terra africana è diventata la mia casa, dove ho vissuto per molti anni e dove ho aperto una mia falegnameria.

Ed è sempre in Marocco che, piano piano, mi sono (ri)avvicinato alla chiesa. Dapprima, il mio cammino mi ha portato a confrontarmi e a dialogare con la chiesa cattolica e con quella protestante. Poi, dall’incontro con la comunità dei Frati Minori, è iniziato il mio percorso di formazione. Per i primi quattro anni sono rimasto in Marocco, per il postulato; poi, tre anni fa, sono arrivato in Italia, per la formazione, fra Mantova e il Trentino. Rimarrò qui per altri due anni e poi dovrei tornare in Marocco, dove si trova la mia Fraternità.

In questi anni di formazione teologica, umana e francescana si sono affiancate allo studio presso il seminario di Verona diverse esperienze “di servizio” a fianco dei poveri, dei giovani, dei malati. Ero stato anche al Centro S. Antonio, ma solo per qualche giorno.

Quest’estate, invece, la mia permanenza a Milano è stata più lunga e mi ha permesso di mettermi a disposizione in varie attività, dal Centro d’ascolto alla mensa alle docce. E ho avuto modo di conoscere meglio anche il progetto della Casetta Gigante.

Un giorno, fra Carlo mi dice che sarebbe stato utile avere un piccolo mobile per il balcone, dove conservare alcuni oggetti.  “Non c’è problema” dico “è il mio lavoro”. E così, fra una chiacchiera e l’altra con la “padrona di casa”, che avevo già conosciuto lo scorso anno, ho preso le misure per l’armadietto, pensato a come realizzarlo, deciso quale legno sarebbe stato meglio usare.

 

fr. Romain mentre disegna il progetto nella Casetta Gigante

fr. Romain a lavoro in falegnameria

 

Quando ho iniziato a cercare il materiale, però, mi sono reso conto che da nessuna parte avrei trovato le assi nella misura che mi serviva.
“Al Centro ci sarebbero dei vecchi pallet…” mi ha detto frate Carlo.
“Perfetto, proprio ciò che mi serve!”.
“E anche della vernice verde acqua…”.
“Ottimo, è proprio il colore che volevo!”.

E così, a costo zero e con materiale di recupero, ho realizzato un armadietto per il balcone. Riflettendoci poi, mi sono detto che il mio lavoro aveva ripreso perfettamente l’idea da cui è nata la Casetta Gigante. Recuperando del legno che sembrava non avere più utilità, ridandogli una nuova vita, avevo creato un mobile.

Ci sono persone che la vita ha ferito profondamente, togliendo loro tutto. A noi spetta il compito di prendercene cura e ridare loro la speranza di un futuro diverso, migliore.

La Casetta Gigante offre l’opportunità di fare una pausa da una vita difficile, di provare a sistemare le cose, di ricominciare a pensare a sé con l’aiuto e la vicinanza dei volontari del Centro S. Antonio. Cura e attenzioni speciali: è questo che scandisce il tempo nella Casetta. L’obiettivo è quello di ricominciare una nuova esistenza. Senza abbandonare ciò che è stato ma trasformando le ferite in bellezza.

Un po’ come ho fatto io con il legno. Ho preso qualcosa che già c’era e sembrava non avere più uno scopo e l’ho trasformato in qualcosa di nuovo, bello, utile. Lavorando tutti insieme, fianco a fianco, possiamo cambiare in meglio la vita di tante persone che hanno attraversato momenti difficili.

Credo che la cosa più importante sia fare in modo che nella Casetta Gigante queste persone si sentano bene, a loro agio.  A noi spetta il compito di provvedere alle loro necessità ma anche quello di insegnare loro a prendersi cura di sé stesse. Con semplicità e sobrietà.

Basta l’essenziale, seppur comodo, per stare bene. Avere troppe cose intorno crea distrazioni. Bisogna imparare a guardare più dentro a sé stessi che non a ciò che ci circonda. E il benessere e la serenità degli ospiti della Casetta Gigante saranno sempre più importanti degli oggetti che questo piccolo e prezioso “nido” conterrà”.

Ultime rifiniture

Il mobiletto, sul balcone della casetta

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